Carabinieri

Coronavirus. Unforced: emergenza evidenzia limiti di chi non sa comandare.

 “La diffusione repentina e drammatica del virus COVID-19, oltre a mietere migliaia di vite umane, sta mettendo in ginocchio l’economia del nostro paese ed a repentaglio la già labile pace sociale.” E’ quanto si legge in un comunicato di Unforced.


“Le cause sono molteplici: l’inadeguatezza della classe politica e la tolleranza del sistema produttivo parallelo, quello sommerso, fatto di lavoratori in nero, che oggi non attingono ad alcuna misura economica, se non magari il reddito di cittadinanza, rappresentano la punta dell’iceberg.

Nel sistema paese, anche le forze di polizia e le forze armate soffrono gli effetti della situazione emergenziale in maniera significativa, perché saper prendere le decisioni giuste in condizioni non ordinarie, senza il conforto della cosiddetta libretta, non è una capacità di tutti. E la Benemerita non è esente da certe mancanze.


I Carabinieri vengono inondati da pacchetti d’ordini quotidiani, disposizioni varie e circolari che poi vengono abrogate in ritardo rispetto alle nuove disposizioni governative, anche mentre ancora stanno producendo effetti; pero, di misure vere a tutela del personale, nemmeno l’ombra!


Non c’è l’autorizzazione all’utilizzo diffuso della tuta da ordine pubblico in luogo della uniforme ordinaria; non è stato impartito un ordine chiaro sull’obbligo inderogabile di utilizzare la mascherina in servizio sul territorio; non risulta sia stata imposta la chiusura delle strutture in cui sono stati accertati casi di militari contagiati dal virus, per la sanificazione dei locali e la messa in quarantena precauzionale dei colleghi.


E purtroppo la linea Carabinieri Forestali è l’emblema dell’incapacità di gestire l’emergenza, del “qui comando io: armatevi e partite”. Del resto non si formano Ufficiali con cinque giorni di corso…Si perché chi comanda obbliga i militari ad utilizzare la licenza per ridurre la presenza in ufficio, ma loro non saltano un giorno!


Lo smart working dovrebbe essere l’ordinaria forma di prestazione lavorativa in emergenza, ma i generali, anziché incentivarla nei reparti che possono adottarla senza problemi per il servizio, la riducono sempre più. Eppure è una previsione confermata anche nell’ultimo decreto legge; dunque: qual è il vero motivo?


Non certo il danno erariale, perché in caso di contagio dei militari addetti, cagionato indirettamente da disposizioni contrarie al principio del governo di limitare al minimo indispensabile le presenze in ufficio, allora si il danno erariale derivante da, quarantena, tamponi, eventuale ricovero, sarebbe reale ed ingente.


Il motivo – conclude il comunicato – risiede proprio nell’incapacità di saper comandare nell’emergenza, di saper valutare e scegliere, cosa che richiede un’assunzione di responsabilità; è dunque più facile uniformare. Ovviamente in pejus…
Soprattutto per chi era abituato a condividere le proprie responsabilità con i sindacati…”

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