Politica

IL CAPO DI PERSOMIL SUBENTRA A CAPO DEL COCER. TERREMOTO DEMOCRATICO PER I MILITARI

E’ da diverso tempo che giacciono inascoltate diverse proposte di legge di riforma della Rappresentanza Militare. A quasi 40 anni di distanza il sistema di norme che ne regola il funzionamento rimane oggettivamente anacronistico ed il disinteresse politico sulla vicenda rischia di rimanere fagocitato da un mostro che spaventa ancor di più i governanti: il sindacato per i militari.  Vero è che i recenti accadimenti non aiutano la sopravvivenza dell’istituto che, seppur evidentemente obsoleto, continua ad annaspare in virtù della “rischiosa” intraprendenza di taluni delegati.

Tutto va bene, si fa per dire, fin quando non si superano certi limiti. La goccia che farà traboccare il vaso è la nomina a Presidente del Co.Ce.R. Interforze del Generale dell’Esercito, Paolo Gerometta, tuttora a capo della direzione Generale del Personale Militare e subentrato al Generale dei carabinieri Saverio Cotticelli. Insomma possiamo parlare di democrazia nelle Forze Armate quanto vogliamo, ma se a cantarla ed a suonarla è lo stesso Generale “sindacalista”, è difficile darla a bere anche a chi è a digiuno dei più elementari diritti per i lavoratori. Una palese “anomalia democratica”, un sindacato gialloche riunisce “parte e controparte” in un gioco delle parti che prevede ruoli diversi e persone differenti

Insomma, un Generale che oggi veste la casacca da sindacalista e domani quella da dirigente del Personali Militare fa pensare a Landini nominato Amministratore Delegato della Fiat o Marchionne a capo della CGIL. Da qualunque parte la si veda, rimane un bel polpettone democratico difficile da ingoiare.

E’ una stortura del sistema che va sicuramente risolta – commenta il Vice Presidente della Commissione Difesa del Senato,sen. Sergio Divina – ricercando la soluzione migliore senza perderci nei meandri della contrapposizione sindacato / rappresentanza. Adesso, e per eventuali futuri mandati, è prioritario superare il conflitto di interessi che può originarsi tra Amministrazione Difesa e Rappresentanza Militare, chi è delegato – conclude Divina – non può di certo ricoprire incarichi di vertice.

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