Carabinieri

PROCESSO CUCCHI, IL CARABINIERE CHE HA CONFESSATO: “DISSI, BASTA CHE C…. FATE! HO AVUTO PAURA TEMEVO RITORSIONI!”

(di Edoardo Izzo per il SecoloXIX) – Roma – Colpo di scena nel processo sulla tragica morte di Stefano Cucchi, il giovane geometra romano deceduto all’ospedale Pertini della Capitale dopo essere stato picchiato e arrestato il 16 ottobre 2009 per detenzione di droga. Uno dei cinque carabinieri imputati, Francesco Tedesco, in una denuncia del 20 giugno scorso e in tre interrogatori successivi resi davanti al pm di Roma, Giovanni Musarò, ha ricostruito i fatti di quella notte e ha «chiamato in causa» due dei militari a processo per il pestaggio.

Durante gli atti istruttori, spiega in udienza Musarò, Tedesco ha chiamato in causa tutte le persone imputate nel processo: «secondo quanto messo a verbale da Tedesco, Roberto Mandolini sapeva fin dall’inizio quanto accaduto, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro furono gli autori del pestaggio su Cucchi e Vincenzo Nicolardi, quando testimoniò nel primo processo, mentì perché sapeva tutto e ne aveva parlato in precedenza con lui». Inoltre emerge il dettaglio di una annotazione di servizio redatta dallo stesso Tedesco il giorno della morte di Cucchi e da lui inviata alla stazione Appia dei carabinieri. Il documento «assolutamente importante per la ricostruzione dei fatti, è stato sottratto» e non ce n’è più traccia. Parole pesantissime che arrivano a poche udienze di distanza da altre importanti rivelazioni.

Il racconto messo a verbale dal carabiniere Tedesco 
«Fu un’azione combinata – racconta il carabiniere – Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fede perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore«, racconta così il pestaggio subìto da Cucchi il carabiniere, Francesco Tedesco. «Spinsi Di Bernardo – aggiunge Tedesco il 9 luglio scorso nel corso dell’interrogatorio – ma D’Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra». Ai due carabinieri, spiega ancora Tedesco, «gli dissi ’basta, che c…fate, non vi permettete», ma loro non si fermarono.

Tedesco, nel corso del suo racconto, dichiara di esser stato sentito dagli inquirenti sul caso Cucchi due volte nell’autunno del 2009. «Quando dovevo essere sentito dal pm il maresciallo Mandolini (che Tedesco riferisce di aver informato subito dopo il pestaggio ndr) non mi minacciò esplicitamente ma aveva un modo di fare che non mi faceva stare sereno. Mentre ci recavamo a piazzale Clodio, io avevo capito che non potevo dire la verità e gli chiesi cosa avrei dovuto dire al pm anche perché era la prima volta che venivo sentito personalmente da un pm e lui rispose: “Tu gli devi dire che stava bene, quello che è successo, che stava bene, che non è successo niente…. capisci a me, poi ci penso io, non ti preoccupare”», ha messo Tedesco a verbale aggiungendo di aver «avuto molta paura per la mia carriera, temevo ritorsioni e sono rimasto zitto per anni, però successivamente sono stato sospeso e mi sono reso conto che il muro si sta sgretolando e diversi colleghi hanno iniziato a dire la verità».

Erano già emersi, infatti, una serie di verbali falsificati, anomalie, e versioni «concordate» tra carabinieri considerati dall’accusa schiaccianti elementi a carico dei carabinieri della stazione Appia. Sotto indagine del pm Musarò ci sono anche i diversi episodi di falso tra cui spiccano due episodi quello che chiama in causa il carabiniere, Gianluca Colicchio, all’epoca in servizio alla stazione Tor Sapienza, e le due annotazioni redatte dal carabiniere scelto, Francesco Di Sano. Su entrambi gli episodi sono in corso verifiche indagini da parte dei magistrati romani che dopo quelle affermazioni hanno dovuto aprire un fascicolo a parte sui due militari dell’Arma che di fatto in udienza hanno ammesso di avere dichiarato il falso.

Il processo è quello che vede imputati cinque carabinieri in relazione alla morte di Cucchi avvenuta a Roma il 22 ottobre del 2009. I militari dell’Arma coinvolti sono: Alessio Di BernardoRaffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, accusati di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità; Tedesco è accusato anche di falso e calunnia insieme con Mandolini, mentre della sola calunnia risponde Vincenzo Nicolardi.

«Processo Cucchi. Udienza odierna ore 11.21. Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi», ha scritto Ilaria Cucchi sul suo profilo Facebook nel corso dell’udienza.

Salvini invita la famiglia al Viminale
«Caso Cucchi, sorella e parenti sono i benvenuti al Viminale. – è quanto ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini – Eventuali reati o errori di pochissimi uomini in divisa devono essere puniti con la massima severità, ma questo non può mettere in discussione la professionalità e l’eroismo quotidiano di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi delle forze dell’ordine».

Lascia un commento

error: ll Contenuto è protetto