Renzi a Firenze ha inaugurato, con la presenza del ministro della difesa Roberta Pinotti, la nuova sede della Scuola Marescialli e Brigadieri dei carabinieri. Presenti alla cerimonia anche  il comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette e il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano, il sindaco di Firenze Dario Nardella, Giuseppe Giangrande e la figlia Martina, che ha provveduto al taglio ufficiale del nastro. 

 

Il premier Matteo Renzi ha iniziato il suo intervento affermando: «Questo è un giorno che pensavo non potesse venire mai». «Nella mia precedente esperienza amministrativa – ha sottolineato – ho sempre sognato di vedere realizzata questa Scuola. Sembrava difficile che avvenisse, nonostante tutte le peripezie ci siamo riusciti e oggi è un giorno di gioia per tutti. «Grazie ai carabinieri per l’onore che mi date ogni di giorno di rappresentare questo Paese. Nel palazzo di vetro delle nazioni unite il primo ministro dell’Iraq,  mi ha abbracciato e mi ha detto “Grazie per il lavoro che fanno i tuoi carabinieri per la formazione delle truppe”. Grazie per il lavoro di questi mesi e di questi anni. Abbiamo scelto di ridurre il numero delle forze di polizia. La forestale entrerà a far parte della vostra grande famiglia. Vogliamo sempre più forza e fiducia nell’Arma dei carabinieri. Abbiamo in ballo molte misure a partire dalla stabilizzazione degli 80 euro al riordino delle carriere. Sono tante le cose da fare e non voglio tacerle oggi.»

Renzi si è poi soffermato a parlare del ridimensionamento delle spese militari. «Essendo voi “usi obbedir tacendo” com’è giusto e doveroso che sia avete col senso del dovere adempiuto alle richieste che vi sono state formulate sotto la magica formula di revisione della spesa, siete intervenuti per ridurre la presenza delle stazioni sul territorio. Quella fase non può più ripetersi: E’ assolutamente cruciale che l’Arma dei carabinieri sia presente con le proprie stazioni ovunque. Revisionare la spesa è giusto e doveroso, ma indebolire l’Arma mai. Il comandante della stazione conosce tutti e ciascuno, rappresenta lo Stato, è un punto di riferimento sul territorio, e costituisce un incredibile valore aggiunto per le indagini sul territorio. In questi mesi – ha ricordato – è stata l’azione della locale stazione dell’Arma a consentire di individuare uno dei capi della ‘ndrangheta, e permettere alle forze speciali di intervenire e assicurarlo alla giustizia».

Il Premier si è poi rivolto direttamente agli allievi della scuola: «Tu caro allievo maresciallo studi per diventare riferimento di una grande famiglia. La famiglia dei carabinieri. Noi vogliamo augurarti di essere consapevole quanto grande sia questo dono, il dono di una comunità amata dal Paese e chiamata dal Paese ad un compito difficile. La tua comunità serve il Paese da oltre due secoli. Ti auguro di sapere ascoltare gli insegnamenti degli esempi che hai davanti a partire dalle medaglie d’oro del nostro Paese, ascoltare i vostri superiori ed i vostri famigliari ed il senso profondo della vostra coscienza. Dovrai fare i conti con la solitudine del comando, perchè stare in una piccola stazione non significa avere meno responsabilità di chi comanda un grande battaglione. Ma sono certo che saprai farvi fronte.»

«L’obiettivo dei terroristi è quello sì di uccidere. ma in subordine di volere la nostra vita condizionata dalla paura, e quello di farci rinchiudere in casa: non diamogliela mai vinta, e tutti insieme dimostreremo che i valori di quel tricolore sono quelli dell’apertura alla cultura, al dialogo e al confronto».

«Le istituzioni cambiano, si avvicendano capi di Governo, ministri della Difesa e capi delle Forze Armate, ma Voi noi, Voi tra 20/30/40 anni continuerete a rappresentare l’Italia con la vostra uniforme e questo è più importante di tutte le alte autorità che sono presenti qui, perché rappresentando l’Italia ci renderete orgogliosi di quei colori che sono issati sul pennone, dimostrerete al mondo che cosa è la nostra Patria, che senza il contributo delle donne e degli uomini che servono il Paese con una divisa questo Paese non sarebbe soltanto più insicuro ma sarebbe semplicemente più brutto»

 Foto di Gianluca Moggi New Press Photo