Editoriale

RINNOVO CONTRATTO, IL GOVERNO AUMENTA LO STANZIAMENTO A 900 MLN. 80 EURO E ARRETRATI?

Lo stanziamento per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego dovrebbe aggirarsi intorno ai 900 milioni di euro per il triennio 2016-2018. E’ quanto emerge da fonti vicine al Governo.  Per quest’anno erano già stati previsti, dalla scorsa manovra, 300 milioni. Le nuove risorse sarebbero quindi pari a circa 600 milioni.

Al di là della somma, giudicata comunque insufficiente dagli stessi sindacati che chiedono almeno due miliardi di euro nella prossima legge di Stabilità, la discussione riguarderà anche le modalità di ripartizione degli aumenti che prevedono, però, l’applicazione della riforma Brunetta risalente al 2009. Si tratta dell’obbligo di non riconoscere «meritevoli», almeno un quarto dei dipendenti pubblici.

A conti fatti un milione e mezzo rimarrebbe senza incentivo. Il ministro Madia sarebbe disponibile a inserire nella manovra una norma per congelare la Brunetta, ma solo a patto che i sindacati propongano un altro criterio di valutazione altrettanto stringente che eviti premi a pioggia. Come sottolinea il Mattino.it, un altro problema riguarda il rapporto tra gli aumenti di retribuzione e il bonus da 80 euro riconosciuto a tutti i redditi fino a 26 mila euro. Il rischio è che l’aumento, anche minimo, possa far perdere a molti statali il diritto agli 80 euro. Rischierebbe di essere una beffa.

Inoltre, c’è la questione temporale, cioè da quando far partire lo sblocco del contratto. Per i sindacati, l’aumento se deve essere dato, deve partire dal giorno in cui la sentenza è diventata esecutiva, cioè dal luglio 2015. L’Esecutivo invece, alla consueta ricerca di risparmiare soldi, mira a far partire il nuovo contratto dal 1° gennaio 2016.

Certo è che il Governo sembra aver ammorbidito la propria posizione. Infatti in vista del referendum del 4 dicembre il Premier non può permettersi di non accontentare i lavoratori del pubblico impiego.

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