Editoriale

Suicidi Militari e Forze di Polizia: 21 non è solo un numero

Gli ombrelloni sono distanziati.
Chi doveva prenotare le vacanze, le ha prenotate.
Chi potrà permettersi il mare, se lo permetterà.
E chi piange i propri defunti continuerà a piangere per loro.
Quali defunti? Che c’entrano i defunti? In estate, in effetti, stagione di gelati, tuffi e spiagge
assolate, è piuttosto impopolare parlare di morte.

Ma vi risulta che in inverno qualcuno avesse perorato la causa dei suicidi nelle Forze Armate e nei Corpi di Polizia? E in primavera avete sentito di un intervento di contenimento del dilagante fenomeno maledetto?

Vogliamo provare a popolare una piazza e chiedere ai partecipanti cosa dice loro il numero 21? Non basterebbero 21 secondi, minuti e ore per ricevere una risposta che abbia senso.

Una conoscenza più popolare vuole che 21 grammi sia il peso dell’anima. “De li mortacci…” direbbero a Roma. E come negarlo? I lutti non piacciono, neanche quelli trasparenti e intenzionali, men che meno quelli degli ultimi, dei dimenticati e degli abbandonati.

21 famiglie distrutte, 21 coppie di genitori disperati, 21 partner traumatizzati, 21 Comandanti turbati e una cifra incommensurabile di amici e colleghi impegnati a chiedersi “come ho fatto a non accorgermene?”. E per i figli dei malcapitati non ci sono stati nemmeno 21 secondi di attenzione a loro dedicati.

Ma la cruda verità è che 21 è il numero degli Italiani in uniforme che hanno scelto di mettere fine alla propria vita, nel solo primo semestre di questo infausto 2020.

Siamo tutti complici, con i nostri contributi versati per retribuire miseramente i servitori dello Stato.
Siamo tutti omertosi, perché cediamo il fianco alla collusione con il silenzio istituzionale.

Ci sarebbe da domandarsi se 21 delle poltrone del Governo valgano di più delle 21 vite interrotte bruscamente e ignorate, abbandonate e lasciate a loro stesse?
Caro Stato dove sei?

Caro Stato, perché ti disinteressi?
Caro Stato, perché fai spallucce davanti alle richieste di ascolto urlate per far fronte a quanto questi 21 decessi?
Caro Stato, che cosa ne hai fatto delle 69 vittime di suicidio del 2019?
Caro Stato, facciamo che sei tu il più colpevole di tutti, perché al tuo interno hai strumenti mal spesi e sterilmente impiegati.
Caro Stato, sei morto nel momento in cui hai deciso di non esserci.

Dr.ssa Erika Graci, Phd

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