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TRAGEDIA IN CASERMA: IL COMANDANTE DELLA STAZIONE DI PIZZO SI SUICIDA CON LA PISTOLA D’ORDINANZA

Si tratta del comandante della Stazione Paolo Fiorello, da anni in servizio nella cittadina napitina. Si è ucciso con la pistola d’ordinanza. La Procura di Vibo apre un’inchiesta

di MIMMO FAMULARO per Zoom24

Dramma nella caserma dei carabinieri di Pizzo. Si è tolto la vita il maresciallo Paolo Fiorello, 37 anni,  comandante della Stazione, in servizio nella cittadina napitina da diversi anni. A lanciare l’allarme sono stati gli stessi colleghi ma i soccorsi si sono rivelati inutili. Ai sanitari del 118 arrivati subito sul posto altro non è rimasto che constatarne il decesso. Da quanto si apprende la tragedia sarebbe avvenuta all’interno dell’ufficio del maresciallo che si è tolto la vita con un colpo di pistola, la sua pistola, quella d’ordinanza. Il dramma si è consumato tra le 7.30 e le 8.30 di questa mattina.

 

L’inchiesta. Il comando provinciale dei carabinieri ha informato dell’accaduto la Procura della Repubblica di Vibo che aprirà un’inchiesta per capire le modalità e i motivi del clamoroso gesto che ha sconvolto l’intera comunità. Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, ha proclamato il lutto cittadino ed in lutto è l’intera Arma dei carabinieri. Paolo Fiorello era molto apprezzato e stimato ed il suo lavoro di fine investigatore aveva garantito il raggiungimento di ottimi risultati su uno dei territori più vasti e difficilI dell’intera provincia. Sul posto, oltre ai vertici dell’Arma provinciale, è presente il personale della Scientifica ed il medico legale Katiuscia Bisogni per tutti i rilievi del caso

 

Il profilo. Paolo Fiorello aveva preso le redini del comando della Stazione di Pizzo nel 2013. Palermitano, 37 anni, era subentrato nel ruolo al parigrado Pietro Santangelo, promosso al Nucleo operativo. Figlio di un carabiniere, Fiorello si trovava attualmente in convalescenza a causa di un incidente che gli aveva provocato la frattura della gamba. Particolarmente impegnato sul fronte del contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, a lui e al suo fiuto investigativo si deve la soluzione di molti casi come, ad esempio, l’omicidio che costò la vita al 78enne di Pizzoni, Giglio Palmo Ciancio, e la tentata rapina perpetrata a Pizzo lo scorso mese di dicembre. Un’informativa redatta dal suo ufficio confluì infatti in una delle inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che portò all’arresto dei presunti autori e all’individuazione del presunto basista.

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