Pensioni

IL PD PRESENTA UN EMENDAMENTO CHE CANCELLERÀ PENSIONI PRIVILEGIATE E CAUSE DI SERVIZIO, ULTIMI BALUARDI DELLA SPECIFICITÀ DEL COMPARTO SICUREZZA E DIFESA

L’Onorevole Scanu (PD) è partito all’attacco. La sua proposta di legge, la n. 3925, recante “Disposizioni concernenti la tutela assicurativa per infortuni e malattie del personale del comparto sicurezza e difesa”, come affermato dallo stesso deputato  in occasione del convegno del 6 dicembre organizzato dall’Associazione ASSODIPRO, verrà presentato come emendamento alla legge di stabilità. Emendamento “trasversale” e sottoscritto da diverse forze politiche; oltre ad esponenti del PD, anche  il movimento 5 stelle, il Centro democratico, Misto socialista)

L’intenzione è quella di prevedere che l’accertamento sulla sussistenza del nesso di causalità tra attività lavorativa e infortunio sul lavoro passi dalla medicina medico-legale militare all’Inail.

Da informazioni sembrerebbe che in un primo momento non si dovrebbe toccare la privilegiata e la causa di servizio, ma la questione è tutt’altro che rassicurante. Infatti, come visto col convegno organizzato da Ficiesse lo scorso 5 luglio (leggi qui gli atti) l’Inail è un ente economico e come tale non è al riparo dai limiti economico-finanziari dettati dal  proprio bilancio.

Nella relazione programmatica 2018-2020 del Consiglio d’indirizzo e vigilanza (CIV) dell’Inail, è stato messo a bilancio, tra gli altri obiettivi, anche l’estensione dell’obbligo assicurativo ad alcuni soggetti attualmente esclusi (leggasi Polizia di Stato e militari). Mentre le Commissioni consiliari congiunte del CIV, sul parere inerente il bilancio di previsione 2017, hanno scritto, in merito alle uscite: “… verificare la possibilità di una proposta normativa per superare alcune limitazioni introdotte con il decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, ai fini del contenimento della spesa per indennizzi”.

L’Inail ha necessità, per ragioni di cassa, di aumentare il numero degli assicurati e allo stesso tempo diminuire la spesa per indennizzi. Ma sulla pelle di chi?

Se si è arrivati a questo punto lo dobbiamo anche alla leggerezza con la quale l’Amministrazione della Difesa ha gestito gli infortuni e le morti da uranio impoverito e amianto. Nonostante ciò, la proposta di Scanu, rallentata negli ordinari lavori parlamentari e inserita “nottetempo” come emendamento nella legge di stabilità, non è la soluzione alle inefficienze dell’attuale sistema medico-legale militare, ma un evidente REGALO all’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro.

Il tema avrebbe richiesto un diverso approccio ed approfondimento e non una soluzione maldestra come quella di “infilare” in una legge sulla quale verrà posta probabilmente la fiducia, una innovazione di tale portata per il personale di TUTTO IL COMPARTO!.

Nessuno mette in discussione la necessità di interventi piu’ adeguati in materia di sicurezza sul lavoro, ci mancherebbe! Ma  nel mondo militare il problema è, innanzitutto, culturale e di formazione.

Un modo per superare la gestione domestica in materia di sicurezza sul lavoro e aspetti medico-legali connessi ci sarebbe, ed è il pieno riconoscimento dei diritti di associazione sindacale per i militari, che consentirebbe un  maggior controllo ed un coinvolgimento, da parte  lavoratori all’interno delle strutture militari.

Ma questa musica non piace a nessuno.  Il Partito Democratico ed altre forze di maggioranza, ma anche parte delle opposizioni,  hanno avuto 5 anni di tempo e non sono stati in grado di approvare un testo condiviso  capace di dare forza e sostanza alla rappresentatività del personale (vedasi lavori del Comitato ristretto sulla riforma della Rappresentanza militare)!

Nel 2009 l’on. Scanu era sottoscrittore, insieme all’attuale ministra della Difesa Pinotti di una proposta di legge che andava in tal senso. Perchè oggi, nel denunciare  giustamente   i limiti di una “specifità” che  a suo dire deve essere intesa, non  come pretesto per giustificare una riduzione delle tutele, l’on. Scanu non si espone dichiarandosi favorevole al diritto di associazione sindacale, preferendo invece mettere la testa sotto la sabbia?

A questo punto sarebbe utile capire se i sindacati di Polizia (visto che la norma riguarderà anche questo personale)  e i Cocer,  si siano  resi conto del mattatoio verso cui viene diretto il personale del Comparto Sicurezza e Difesa.

Francesco Zavattolo
Segretario Generale Ficiesse.

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